Sindrome del Tunnel Carpale

La Sindrome del tunnel carpale (STC) è la neuropatia da intrappolamento più comune e rappresenta il 90% di tutte le neuropatie. Nella mia esperienza come fisiatra a Roma cerco sempre di trovare la migliore strategia terapeutica sulla base delle evidenze scientifiche e della mia esperienza in accordo con il paziente. 

Il tunnel carpale è un canale osteofibroso non estensibile, delimitato superiormente dal legamento carpale trasverso e inferiormente dalle ossa carpali. Al suo interno vi sono il nervo mediano, i tendini dei muscoli flessori superficiali e profondi delle dita e il tendine del flessore lungo del pollice. La STC può essere divisa in lieve (sintomi intermittenti) , moderata (sintomatologia costante nel tempo). La STC severa si caratterizza per la presenta oltre ai sintomi sensitivi un’atrofia dell’eminenza tenar della mano.

Essendo il tunnel carpale un elemento inestensibile qualsiasi cosa che vada ad occupare spazio al suo interno determinerà un aumento di pressione e sofferenza del nervo mediano che rappresenta l’elemento più sensibile. Tra le principali cause vi sono le cisti e i gangli artrogeni così come le tenosinoviti dei flessori.

Tra i fattori di rischio intrinseco legati con la STC vi sono l’obesità, l’età e il sesso femminile. Altri fattori di rischio intrinseci sono il diabete mellito, l’artrosi, terapia sostitutiva con estrogeni, ipotiroidismo, mano corta e larga e bassa statura. 

La sintomatologia è caratterizzata da dolore, formicolio, intorpidimento e ridotta funzionalità del polso e superficie palmare delle prime 3 dita della mano. La STC presenta un’insorgenza graduale, solitamente notturna con coinvolgimento sempre maggiore fino all’interessamento dei muscoli con difficoltà nella prensione e nei movimenti fini.

La diagnosi di STC è clinica e si effettua sulla base di segni, sintomi e test specifici di provocazione e sensibilità. Possono essere utili anche l’elettromiografia e l’ecografia del polso per confermare la diagnosi.

La gestione conservativa è il primo approccio quando i sintomi sono lievi o moderati o nel caso in cui la chirurgia sia controindicata. Quando invece i sintomi sono gravi, la chirurgia rappresenta la prima linea di trattamento. La terapia manuale multimodale può essere altrettanto efficacie dell’intervento chirurgico a lungo termine nelle STC lievi e moderate. Tra le procedure interventistiche trova spazio la neurolisi del nervo mediano che consiste nell’iniettare sostanze medicamentose (spesso soluzione fisiologica e cortisone) per via ecoguidata intorno al nervo in modo da ridurre l’infiammazione del nervo e delle componenti tendinee limitrofe, rompere le aderenze e favorire la mobilità e lo scorrimento del nervo. La chirurgia rimane tutt’ora da preferire nei casi più gravi.

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