Salento ieri e oggi: dalla fame alla fame in un ventennio

In agosto, oggi, hotel e case vacanze nel Salento fanno registrare sold out già diverse settimane prima dell’arrivo della bella stagione. Solo una ventina di anni fa, la situazione nel Tacco d’Italia era ben diversa e in pochi avrebbero scommesso che fosse possibile una simile evoluzione territoriale. Fu a cavallo tra i due millenni che la penisola salentina avviò quel maestoso processo di potenziamento del posto, che non è solo da ricondurre a una riscoperta capacità di strutturare l’offerta turistica ma rientra in un ben più ampio sistema di trasformazione, che va più in profondità e include, prima di tutto, dinamiche di tipo culturale e identitario.

In effetti, in Salento il boom turistico giunse solo a conclusione di una vastissima operazione di rivalutazione del patrimonio. Una rivalutazione che interessò a ogni livello la società locale, dalle amministrazioni all’imprenditoria passando per la popolazione nel suo complesso.

Erano gli anni della globalizzazione imperante, delle tendenze all’omologazione dei linguaggi, dei mercati e dei gusti, cui, in tutto il mondo, corrispose una reazione di senso opposto espressa a livello territoriale e specifico. La spinta alla parificazione dei sistemi e dei popoli si frappose il desiderio di tutelare le caratterizzazioni dei luoghi e delle tradizioni. In Salento, ciò significò una trasformazione totale del modo di concepire se stesso e il proprio complesso apparato di simboli e appartenenze.

Una rinascita che coinvolse l’alimentazione, la musica, il dialetto ma anche gli antichi mestieri, l’artigianato, le arti e la letteratura. Le commistioni tra vecchi e nuovi linguaggi furono il vero motore del cambiamento, a ogni livello e con diverse modalità. La riscoperta del patrimonio si indirizzò in un primo momento alla popolazione locale e solo dopo venne introiettata in un sistema di offerta turistica efficace, cui è stata data continuità per gli anni a seguire, fino ai giorni nostri, in cui Salento è diventato sinonimo di eccellenza e di riconoscibilità a livello nazionale e internazionale. E sono passato appena vent’anni, anche meno.

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