Il Vino di Dioniso conteneva della Cannabis?

Dioniso era l’antico dio greco del vino, e questo è stato generalmente ritenuto limitato alla sua ovvia relazione con l’uva, ma anche la cannabis e altri additivi avrebbero potuto svolgere un ruolo nella mitologia greca?

Alcuni professionisti di Marijuana legale a Milano hanno le prove che indicano proprio questo, con una discussione approfondita dei riferimenti del greco antico a tali infusioni e uno sguardo alla storia del culto nel mondo antico. Verranno esaminate le indicazioni del culto di Dioniso con altre culture e sette note per il loro uso della cannabis nei tempi antichi, come le prove del culto dionisiaco tra gli Sciti, i Traci, gli antichi ebrei e gli adoratori di Shiva in India che si diceva avessero riconosciuto Dioniso come il loro Dio Shiva, quando Alessandro Magno arrivò in India! Seguiremo la traccia a ritroso fino alle affermazioni di un collegamento tra Dioniso e il Soma vedico che diversi studiosi hanno suggerito per oltre un secolo. Infine, saranno esaminate nuove prove archeologiche di vini infusi con cannabis, giusquiamo, oppio e altri ingredienti, in regioni note per il culto di Dioniso.

Il mito e il culto di Dioniso

La mitologia vuole che Dioniso sia apparso nella città di provincia greca di Tebe, dopo lunghi viaggi attraverso l’Asia centrale e l’ancora più misteriosa India. Il giovane vestito in modo effeminato, con i capelli lunghi, irritava i funzionari della città proclamandosi un dio, ma ancor di più introducendo strani riti e iniziando gli altri ai sacramenti che aveva portato dall’Oriente. Inorriditi dalle voci di orge frenetiche che si svolgevano tra i seguaci di Dioniso, le Menadi, il severo re, Penteo, mandarono il giovane in prigione.

Vini infusi nell’antica Grecia

Come professore di classici e pioniere della storia enteogena, Carl Ruck ha notato:

“Gli antichi erano affascinati dalle erbe e dai loro poteri curativi e ne sapevano molto di più di noi; almeno sulla miscelazione delle erbe per liberare la loro potenza.

I vini antichi erano sempre fortificati, come il “vino forte” dell’Antico Testamento, con additivi erboristici: oppio, datura, belladonna, mandragora e giusquiamo. Gli incensi comuni, come la mirra, l’ambra grigia e l’incenso sono psicotropi; la facile reperibilità e la lunga tradizione di utilizzo della cannabis l’avrebbero vista inclusa nelle miscele. La medicina moderna ha esaminato l’uso della cannabis come antidolorifico e nel trattamento della sclerosi multipla. Può darsi che gli antichi sapessero, o credessero, che la cannabis avesse un potere curativo.

Gran parte della loro conoscenza, tramandata attraverso una tradizione orale, è andata perduta e in una certa misura è il moderno pregiudizio contro le droghe che ci ha impedito di cercarla.”

I greci erano ben consapevoli delle piante che li circondavano e l’idea che contenessero non solo proprietà medicinali ma magiche era diffusa. Perché si credeva che “certe droghe potessero assicurare l’amore appassionato di un altro. Varietà di canapa indiana, mandragora, oppio, strychnos e altre erano molto usate come incantesimi d’amore e come stimolanti afrodisiaci

Dobbiamo considerare la conoscenza erboristica dell’umanità di questa era, almeno alla pari della conoscenza di altri popoli indigeni, come i popoli tribali del Sud America, che hanno imparato a mescolare una potente combinazione di piante altrimenti non psicoattive, in la potente miscela medicinale nota come ayahuasca, oltre a identificare innumerevoli piante medicinali attive nelle giungle in cui vivono. Una delle cose belle della cannabis è la sua mancanza di effetti mortali, e possiamo essere sicuri che questo fu notato da antichi psiconauti in per quanto riguarda alcune delle cose più mortali come la mandragora e il giusquiamo, che sappiamo erano in uso. Come ha osservato Luigi Arata in “Nepenthes and Cannabis in Ancient Greece”:

“I greci sapevano dei suoi fumi, ovviamente, e dei suoi effetti. Il fatto che quasi nessuno abbia descritto direttamente l’abuso di questo stupefacente era forse dovuto alla sua rarità (la cannabis non era un prodotto greco, a quanto pare) o al suo utilizzo insolito. Tuttavia, non è affatto strano se teniamo presente il silenzio delle nostre fonti sulle droghe che venivano usate dalle Menadi nei misteri bacchici e dagli iniziati nei misteri orfici. Sappiamo che quelle persone che hanno trovato la loro via della felicità celebrando quei riti hanno cercato di entrare in comunione con gli dei attraverso orge e narcotici. Il sesso e la droga erano quindi i mezzi attraverso i quali uomini e donne diventavano dei o, meglio, simili a dei…. Chissà? Forse, nepenthes o cannabis erano le droghe che venivano usate in quei riti, e questo sarebbe il motivo per cui sappiamo così poco di loro e su come venivano usati “.

Se si considera che la maggior parte degli studiosi identifica il Nepenthe con la cannabis, un vino infuso di cannabis appunto, questo suggerimento per le infusioni dionisiache, diventa ancora più forte.

Nepenthe era un antico vino infuso di erbe, che appare nel famoso racconto di Omero L’Odissea. Il suo uso per sedare il dolore in un ambiente funerario ha indotto molti ricercatori a identificarlo con la cannabis. L’oppio è stato scontato qui, poiché i greci di questo tempo conoscevano bene il suo uso e gli effetti.

 

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